Andrea Boldrini è un artista marchigiano, nato a Matelica (Mc) il 13/03/1963. Vive e lavora non lontano da Jesi (An) in territorio collinare. Trascorre gli anni della sua formazione facendo esperienza collegiale presso l’Istituto Salesiano di Macerata dove consegue la maturità classica. Nella stessa città si laurea in Giurisprudenza. Successivamente arricchisce il suo bagaglio di studi diplomandosi presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Università di Urbino.
Comincia a dipingere da giovane facendo la sua prima mostra nel 1982. Nei primi anni novanta del secolo scorso inizia un periodo in cui viene a contatto con l’ambiente artistico romano incontrando artisti, curatori, galleristi e tra questi Pio Monti che lo inserisce in alcune collettive. Incontra nel 1994 la gallerista newyorkese Annina Nosei ed espone nel suo spazio romano in una mostra collettiva curata da Francesca Pietracci dal titolo “In trance”. Sempre in quell’anno il gallerista Sauro Bocchi di Roma lo porta ad “Attualissima” di Firenze inserendolo nella sezione “paesaggio italiano”. Successivamente si trasferisce a Milano dove per alcuni anni collabora con gallerie di rilievo come lo Studio d’arte Cannaviello che nel 1996 lo porta all’Arte Fiera di Bologna nel gruppo “Figurazione fantastica”, la galleria Bianca Pilat e lo SpazioConsolo. Nel 1996 prende parte ad una mostra collettiva curata dal critico Demetrio Paparoni dal titolo “Il nibbio di Leonardo”. In seguito nel 1997 è invitato al Premio Marche presentato dalla curatrice Laura Cherubini.
Espone nel 2004 a un’edizione di “Figurative Art Ireland di Dublino” presso la Dun Laoghaire Town Hall di Dublino. Nel 2005 prende parte a un’importante mostra presso la “Flowers East Gallery” di Londra dove espone insieme ad altri artisti italiani e internazionali.
Hanno scritto di lui i curatori Francesca Pietracci, Demetrio Paparoni, Angelo Capasso, Gianluca Marziani, Filippo Focosi, Giancarlo Carpi e i teologi Graziano Ripanti e Daniele Garota. Ha realizzato mostre personali e collettive in diversi Musei e spazi espositivi istituzionali tra i quali il Flash Art Museum di Trevi, il Museo Paolo Pini di Milano, il Roof Garden del Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Palazzo Medici Riccardi di Firenze, la Mole Vanvitelliana di Ancona, il Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro di Roma, le Scuderie Aldobrandini di Frascati, la Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, il Museo Palazzo Collicola di Spoleto, il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio a Caserta e la Quadreria Cesarini di Fossombrone. In questo ultimo periodo è stato presente all’Arte Fiera di Verona e di Padova proposto dalla galleria Gino Monti di Ancona
Parallelamente all’attività artistica si occupa di astronomia ed è direttore dell’Osservatorio Astronomico Giancarlo Braconi di Jesi. Organizza serate pubbliche e corsi di astronomia. Nel campo astronomico si è distinto nella realizzazione del Binodobson 24”, uno strumento astronomico binoculare tra i più grandi al mondo a livello amatoriale con cui scandaglia i fondali dei cieli boreali e australi. Questo progetto ha avuto pubblicazione presso alcune riviste scientifiche come “Coelum” e “Nuovo Orione”. Inoltre ha raccontato questa sua esperienza in un libro “Ciò che si squaderna per l’universo: Binodobson 24”, scaricabile on line, che ripercorre tutte le fasi del progetto fino alla realizzazione finale dello strumento. Il Binodobson 24” da alcuni anni fa parte del corredo strumentale di una Astrofarm tra le più importanti e rinomate al mondo posta nel deserto del Kalahari in Namibia considerato tra i migliori cieli della terra per assenza di inquinamento luminoso, condizioni ideali di “seeing”, umidità e altitudine.
RICERCA ARTISTICA:
La ricerca artistica di Andrea Boldrini si concentra essenzialmente sul versante teologico nel tentativo di trovare una sintesi dialogante tra fede, arte e scienza. Questa ricerca mette a frutto studi ed esperienze maturati negli anni sia attraverso l’impegno accademico che in un costante approfondimento personale. Il seme artistico di Boldrini sedimenta dentro la fede ebraico-cristiana non per riproporre l’arte sacra e le tematiche narrative ad essa connesse ma per recuperare quel rapporto sororale e simbolico tra arte e fede che è stato la cifra distintiva per secoli in occidente. Boldrini più specificatamente volge lo sguardo verso la dimensione escatologica dell’uomo, che si configura dentro un contesto cosmologico futuro di “cieli e terra nuova”.
La consapevolezza di vivere nel tempo ultimo della storia si riverbera nel suo lavoro pittorico trasformando l’inquietudine dell’attesa messianica in vocazione profetica come momento traslativo tra il vecchio e il nuovo eone della redenzione. In questa zona franca della speranza, territorio di conquista della libertà sulla necessità, Boldrini è calato completamente dentro quel “sentimento tragico della vita” che accomuna autori come Pascal, Kierkegaard, Dostoevskij, Unamuno fino ad arrivare a Quinzio e a Moltmann in cui si prende sul serio la Theologia Crucis e con essa lo scandalo del male e la mancata redenzione. Il lavoro di Boldrini dunque scandaglia inquietamente questo bagliore aurorale dell’èschaton come realtà nuova, in cui tutta la creazione sarà sottoposta a trasformazione. Dunque non solo la terra ma anche il cielo in questa visione subirà trasfigurazione. A tale proposito entra in gioco la sua esperienza astronomica che fisicamente, in diretta fotonica, gli dischiude lo scenario di un paesaggio cosmico pressoché sterminato, “mirabile e spaventoso” che inevitabilmente lo interpella in una nuova auto-comprensione di sé in rapporto allo spazio, al tempo e alla trascendenza.
Lo strumento ottico con il quale Boldrini esplora i cieli diventa così il pretesto fisico, che attua lo sconfinamento metafisico e teologico dell’indagine poetica. In conclusione vi è la consapevolezza di essere parte di un dramma cosmoteandrico in cui la libertà dell’uomo segna l’inizio della possibilità ed espone l’intera opera della redenzione al rischio del suo fallimento.
MOSTRE COLLETTIVE:
1987: “Project Against Apartheid”, Istituto Olandese, Roma.
1988: “Agostini, Boldrini, Mammoli, Sampaolesi”, Palazzo dei Convegni, Jesi (An).
1989: “Premio Marche”, Palazzo dei Priori, Ancona.
1989: “Artisti Giovani” Jesi Estate ’89, Jesi (An).
1993: “Trevi ex Vero”, Palazzo Ubaldi, a cura di Francesca Pietracci (org. Galleria Pio Monti Roma),Trevi.
1994: “Attualissima”, Palazzo degli Affari, sezione Paesaggio Italiano (org. Studio Bocchi, Roma) Firenze.
1994: “Ritratto Autoritratto”, Trevi Flash Art Museum, Trevi (PG).
1994: “Sacro e Profano”, Monteprandone Approdi, a cura di Francesca Pietracci in coll. con Annina Nosei Gallery, New York.
1994: “Sacro e Profano”, a cura di Francesca Pietracci, Studio Annina Nosei, Roma.
1994: “Buddha”, Castello Sessa Aurunca, a cura di Francesca Pietracci in coll. con Studio Bocchi, Roma.
1994: “In Trance”, a cura di Francesca Pietracci, Studio Annina Nosei, Roma.
1994: “Cavalli”, Palazzo dei Priori, a cura di Francesca Pietracci, org. Approdi, Fermo.
1996: “Figurazione Fantastica”, Studio Cannaviello Milano in Arte Fiera, Bologna.
1996: “MAPP”, Museo d’Arte Paolo Pini, Milano. 1996: “Arte come Progetto di Vita”, Rotary International, Distretto 2040, Milano.
1996: “Il Nibbio di Leonardo”, a cura di Demetrio Paparoni, Arte Fuori Luogo, Comune di Carpi (MO).
1996: “Work in progress”, Young Museum, Palazzo Ducale di Revere, Revere (MN).
1997: “Medialevo”, Arte in Movimento, Spazio Saltamiramare, Bari.
1997: “Medialevo”, Arte in Movimento, Spazio Consolo (organizzazione Studio Cannaviello), Milano.
1997: “Premio Marche”, Mole Vanvitelliana (organizzazione Studio Cannaviello Milano, presentazione Laura Cherubini), Ancona.
1998: “Dalla Ferrari alla Ferrari”, org. Galleria Bianca Pilat, Milano, Maranello (Mo).
1998: “Riparte”, International Art Fair Hotel Sheraton, Roma.
1998: “Misure Uniche per una Collezione”, Young Museum, Palazzo Ducale di Revere, Revere (Mn).
1999: “Giudizio Universale”, a cura di Francesca Pietracci, Galleria Le Bureau des Esprits, Milano.
1999: “In una Notte del Novecento”, Discobar Novecento (organizzazione Galleria Pio Monti Roma), Modena.
1999: “Finché c’è Morte c’è speranza”, Trevi Flash Art Museum, Trevi (Pg).
2000: “Finché c’è Morte c’è speranza”, Galleria Pio Monti, Roma.
2001: “Amichevolissimevolmente”, Trevi Flash Art Museum, Trevi (Pg).
2001: “Extra Vergine”, Trevi Flash Art Museum, Trevi (Pg).
2002: “Summer Exhibition”, Hallward Gallery, Dublin, Ireland.
2002: “Welcome 02”,Roof Garden, Palazzo delle Esposizioni, a cura di Francesca Pietracci, Roma.
2002: “Welcome 02”, Castello Savelli, a cura di Francesca Pietracci, Palombara Sabina (Rm).
2003: “Figurative Art Ireland” Dun Laoghaire Town Hall, Dublin, Ireland.
2003: “Arte Contemporanea per I Rifugiati” UNHCR (prima edizione), Christie’s Musei di San Salvatore in Lauro, Roma.
2003: “Territorio” Le Marche: Frammento di terra d’arte- Mole Vanvitelliana, Ancona.
2004: “Figurative Art Ireland” Dun Laoghaire Town Hall,Dublin, Ireland.
2005: “Arte Contemporanea per I Rifugiati” UNHCR (terza edizione), Christie’s Musei di San Salvatore in Lauro, Roma.
2005: “Chiaroscuro” curated by John Kirby Flowers East 82 Kingsland Road, London.
2006: ” Su il sipario”, Galleria ARTESSENZA, Ancona.
2007: “L’albero e la storia”Galleria d’arte permanente Istituto comprensivo “G. Rossini” San Marcello (An).
2012: “Senza titolo”, a cura di Federico Simonelli, Galleria Spazio 88, via dei Cappellari, 88 Roma.
2012: “Meditazioni”a cura di Federico Simonelli, organizzazione Galleria Spazio 88, Museo Diocesano di Amalfi.
2013: “Sette artisti italiani a Budapest” a cura di Francesca Pietracci, Galleria di Párbeszéd Háza, Budapest
2014: “Energia per l’arte” a cura di Francesca Pietracci, sede Cofely Italia, Roma.
2014: “Tenera è la notte” Galleria Ad personam, San Severino Marche (Mc)
2014: “Oltre la siepe”, Galleria Pio Monti, Roma
2016: “Orizzonti di senso”, Galleria Gino Monti, Associazione Artup, Palazzina Azzurra, San Benedetto del Tronto (Ap)
2016: “Note d’estate musica per gli occhi”, Galleria Pio Monti, Roma
2016: “Orizzonti di senso”, testo di Filippo Focosi, Galleria Gino Monti, Associazione Artup, Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, Palazzo Bisaccioni Jesi (An)
2017: “Animalia”, testo di Angelo Capasso e Nikla Cingolani, Galleria Pio Monti, Roma
2017: “Direzione Alterità Festival” in difesa delle acque, a cura di Francesca Pietracci, Cisternino (Br)
2017: “Territori”, a cura di Francesca Pietracci, Museo ANRP, Roma
2017: “Terra Madre”, Prima Biennale d’Arte Contemporanea del Belvedere di San Leucio, Caserta
2017: ArtVerona, 13° Edizione Art Project Fair, “Viaggio in Italia”, Gino Monti Arte Contemporanea
2017: Arte Padova, 28° Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, Gino Monti Arte Contemporanea
2018: Palettes, Gino Monti Arte Contemporanea, Ancona
2018: Arte Padova, 29° Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, Gino Monti Arte Contemporanea
MOSTRE PERSONALI
1982: Palazzetto Baviera, Senigallia, Ancona.
1985: Chiesa di San Floriano, Jesi, Ancona.
1989: Galleria L’Idioma, Ascoli Piceno.
1999: “Se mi desto”, a cura di Francesca Pietracci, Galleria Approdi, Roma.
2001: “Superbia”, Galleria “Per Mari e Monti”, Macerata.
2003: “Infinitamente Altro”, a cura di Graziano Ripanti, Galleria Una Arte, Fano (PU).
2006: “Consunzione”, Sala “Raul Bartoli” Cupramontana (AN).
2010: “Metapaesaggio”, a cura di Francesca Pietracci, Palazzo Bassi, San Paolo di Jesi (AN).
2010: “Metapaesaggio”, a cura di Francesca Pietracci, Bibliothè, via Celsa 5a, Roma.
2011: “Tìs d’oìden ei to zèn…” Abbazia Santa Maria delle Moie, Maiolati Spontini (An)
2012: “In-visibilia” a cura di Francesca Pietracci, organizzazione Galleria Spazio 88, Palazzo Medici Riccardi, Firenze
2012: “Deep sky” a cura di Giancarlo Carpi, Galleria Spazio 88, Roma
2013: “Eνέργεια” a cura di Francesca Pietracci, Preview Palazzo delle Esposizioni, Roma
2013: “Eνέργεια” a cura di Francesca Pietracci, Scuderie Aldobrandini, Frascati; Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Roma
2013: ” Coordinate celesti” a cura di Francesca Pietracci, Palazzina Azzurra, San Benedetto del Tronto (Ap)
2014: “Tra i tempi”, Galleria 2G, Jesi (An)
2014: “Katéchon” a cura di Angelo Capasso, Galleria Ad Personam, San Severino Marche
2015: “Redshift” a cura di Filippo Focosi, Galleria Gino Monti, Ancona
2015: “L’assenza del Pantocratore” a cura di Gianluca Marziani e Andrea Barchiesi, Palazzo Collicola, Spoleto (Pg)
2016: “Ecce venio cito” a cura di Carlo Bruscia, testo critico di Daniele Garota, Quadreria Cesarini, Chiesa di san Filippo, Fossombrone (Pu)
2018: “Placidus”, testo di Daniele Garota, Artemisia Gallery, Perugia
Anawim, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Anawim, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Il Principe assoluto, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Katéchon, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Assume su di sé, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Assume su di sé, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Via kenotica, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Il pastore siderale, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
L’iniquo, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Il grande disatteso, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Il grande disatteso, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Assume su di sé, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Epifania dell’agnello, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
La sposa e l’Agnello, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Il Grande Eudemonico, 2018, 33×48 cm, olio e matita su carta
Il non-astrofilo, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
L’astrofilessa defessa, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Binodobson 24″, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
La pecora guasta, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
In agonia fino alla fine del mondo, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Unione cosmoteandrica, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
L’astrofilesso irretito, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
La donna eclissata, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Lumen-numen, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Le ragioni del non-astrofilo, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Il pastore siderale, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Scollimazione, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Cercatori cosmoteandrici, 2019, 33×48 cm, olio e marita su carta
La nomade celeste, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
I telescopini, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Metànoia del non-astrofilo, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Transumanze celesti, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Puntamento nell’alto dei cieli, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Cercatore nell’aere perso, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Salto ontologico, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Il cantico dell’inquieto, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
L’invidioso, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Mater dolorosa, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Bimb-ateo, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
La nave in mano al cuoco di bordo, 2019, 33×48 cm, olio e matita su carta
Andrea Boldrini: andreaboldrini49@gmail.com
2011, 80,00 x 120,00 cm, olio su tela
Notte oscura, 2011, 80,00 x 120,00 cm, olio su tela
Epìclesi, 2000, 100,00 x 150,00 cm, olio su tela
2011, 90,00 x 130,00 cm, olio su tela
2000, 100,00 x 150,00 cm, olio su tela
2010, 90,00 x 130,00 cm, olio su tela
2003, 130,00 x 180,00 cm, olio su tela
Pecora catabatica, 2012, 130,00 x 180,00 cm, olio su tela
Episcopo volante, 2012, 180,00 x 130,00 cm, olio su tela
2012, 130,00 x 180,00 cm, olio su tela
Kènosi, 2013, 130 x 180 cm, olio su tela
Il regno che tarda, 2016, 130×180 cm, olio su tela
La pecora spezzata, 2016, 130×180 cm, olio su tela
Kenosi, 2016, 130×180 cm, olio su tela
Resurrectio mortuorum, 2016, 100x 150 cm, olio su tela
L’ultima Agape, 2016, 130×180 cm, olio su tela
L’incoronazione, 2016, 130 x 180 cm, olio su tela
Il graffio dell’Iniquo, 2018, 70×100 cm, olio su tela
Placidus, 2017, 170×120 cm, olio su tela
Irruzione, 2017, 180x 130 cm, olio su tela
L’Ànomos regnante, 2018, 100×150 cm, olio su tela
Placidus e il Ministro Sommopiéro, 2018, 100×150 cm, olio su tela
2018, 70×100 cm, olio su tela
Il Ministro Sommopiéro, 2018, 70×100 cm, olio su tela
Katéchon siderale, 2018, 70×100 cm, olio su tela
Il mondialista pascente, 2018, 100×150 cm, olio su tela
Il Principe di questo mondo, 2018, 100×70 cm, olio su tela
Etimasia dell’iniquo, 2018, 100×80 cm, olio su tela
Il regno eudemonico, 2018, 80×100 cm, olio su tela
Colui che addita se stesso, 2018, 150×100 cm, olio su tela
L’Antiagapico, 2018, 80×120 cm, olio su tela
Il cercatore messianico, 2018, 80×120 cm, olio su tela
I due cieli, 2019, 70x100cm, olio su tela
Parusia, 2019, 60×80 cm, olio su tela
Etimasia siderale, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Visioni notturne, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Epifania teandrica, 2019, 60×80 cm, olio su tela
Notturnale, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Pastore siderale per l’aere perso, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Vespro, 2019, 60×80 cm, olio su tela
Il pastore siderale, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Cosmoteandrico, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Ontologia della libertà, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Il vuoto creaturale, 2019, 90×130 cm, olio su tela
Salto ontoteologico, 2019, 60×80 cm, olio su tela
Dies nebulae, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Il traguardo del nulla, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Etimasia dell’iniquo, 2019, 60×80 cm, olio su tela.
Il trono del falsario globalista, 2019, 60×80 cm, olio su tela
Come un ladro di notte, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Verso l’Uno di Plotino, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Homo viator, 2019, 60×80 cm, olio su tela
Metanoia, 2019, 60×80 cm, olio su tela
Deriva, 2019, 100×70 cm, olio su tela
Il trono morbido di Baal, 2019, 100×70 cm, olio su tela
Liturgia dell’attesa, 2019, 45×80 cm, olio su tela
L’uomo anabatico, 2019, 70×100 cm, olio su tela
L’uomo catabatico, 2019, 70 x100 cm, olio su tela
Celestiale, 2019, 70×100 cm, olio su tela
Il trono vuoto di Placidus, 2019, 70×100 cm, olio su tela
L’abominio della desolazione, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Lo spegnimento delle stelle, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Confiteor, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Opposizione catecontica, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Il salto ereticale del globalista, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Il salto dell’apostata, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Ultima confessione, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Confessione d’amore, 2020, 70×100 cm, olio su tela
5G e l’attesa epifanica dell’Iniquo, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Il Grande Confessore del Deep State, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Fusca et decora, 2020, 70×100 cm; olio su tela
Il mostro catecontico, 2020, 60×80 cm, olio su tela
Oltrepassamento, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Il nichilista sperduto, 2020, 70 x 100 cm, olio su tela
La mia agonia, 2020, 70×100 cm, olio su tela
La donna vestita di sole, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Il filantropo globalista, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Lo spegnimento delle stelle, 2020, 70×100, olio su tela
Figlia del tuo figlio, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Le altre stelle, 2020, 80×60 cm, olio su tela
Il pastore celeste, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Liturgia della fine, 2020, 70×100 cm, olio su tela
Piccolo resto, 2020, 60×80 cm, olio su tela
Dies tenebrarum, 2020, 100×100 cm, olio su tela
La pecora guasta, 2020, 100×100 cm, olio su tela
Mysterium iniquitatis, 2020, 100×100 cm, olio su tela
La danza dei sagrestani, 2020, 100×100 cm, olio su tela
Il grande ritardo, 2020, 100×100 cm, olio su tela
X
X
BREVE PENSIERO INTORNO ALLA MIA RICERCA ARTISTICA
La mia ricerca focalizza il destino ultimo dell’uomo e si snoda essenzialmente sul versante della fede ebraico-cristiana non per riproporre l’arte sacra e le tematiche narrative ad essa connesse ma per recuperare quel rapporto sororale e simbolico tra arte e fede che purtroppo da tanto tempo è stato defalcato da una cultura prettamente nichilistica. Infatti da san Giovanni Damasceno in poi questo rapporto è diventato fecondo e ha fatto esplodere l’arte dentro l’alveo della fede contro ogni divieto aniconico. L’incarnazione stessa che rende visibile l’invisibile, diventa eikôn.
Più specificatamente il mio sguardo si posa sulla dimensione escatologica dell’uomo, sul senso unidirezionale e irripetibile della storia e nella speranza del compimento del Davar.
Poiché al centro della fede vi è l’attesa della resurrezione e della ricapitolazione finale, questo èschaton che marca essenzialmente di sé il futuro, non può che riversare a cascata i suoi effetti anche nel presente e considerare questo tempo come il tempo della fine, messianico e apocalittico insieme.
Il nichilismo per una nemesi del paradosso si è come sacralizzato. Ha cioè nella ripetizione liturgica di se stesso la sua ragion d’essere divenendo così una meontologia che non può prospettare al suo interno nessuna speranza, nessuna pre-figurazione, nessuna tensione tra un già e non ancora. E allora in questo tempo della fine “che si è fatto breve” (1Cor 7, 29) che precede la seconda Parusia, c’è ancora un piccolo margine residuale per l’arte come superamento del nulla ed è quello che volge lo sguardo a questa tensione messianica. Diversamente non riesco a scorgere altre possibilità laddove il nichilismo celebra ancora le sue più resistenti e ostinate epifanie.
Questa dunque è la mia collocazione, il mio Sitz im Leben: rientrare in quella sottile traccia che unisce sul piano teologico alcuni autori come Pascal, Kierkegaard, Dostoevskij, fino ad arrivare a Quinzio e a Moltmann in cui si prende sul serio la Theologia Crucis, lo scandalo del male e la dimensione escatologica della fede. Dunque non la “favola bella” di un cristianesimo storicamente a lieto fine e di una redenzione già avvenuta come intendono il modernismo, la teologia dell’incarnazione e la spiritualizzazione. Piuttosto un cristianesimo in qualche modo tragico che vive nell’ab-surdum della speranza (spes contra spem), nell’angoscia della fede che secondo Kierkegaard è la vera vertigine della libertà e infine nella follia e nello scandalo!
In questo spaccato presente della storia, i cui prodromi della fine sono già palesemente delineati, non avrebbe per me senso alcuno il rifugio nel mito, nel sacro, nell’estetico, nell’etico, nell’ecumenismo, nella psicologia, nella tecnica, nella scienza. e quanto altro. Queste strade se considerate come approdo finale che conduce a porto sicuro, sono già a priori illusorie se non fallimentari perché non hanno potere di “fare nuove tutte le cose” né di uscire dal gorgo dell’eterno ritorno del medesimo. Per dirla con Berdjaev è il primato della necessità sulla libertà anzi l’asservimento di questa a quella!
Così avverto che l’unica via aperta per l’arte sia quella del profetismo che annuncia la fine del vecchio eone e scruta con ansia quel bagliore aurorale del novum di cui possediamo appena flebili primizie. L’arte che scandaglia inquietamente l’èschaton apre con “timore e tremore” una feritoia verso l’infinito e dà una legittimazione all’indagine, alla ricerca, al senso della vita. Oltre al nulla non c’è il nulla ma quel ganz Andere che assume su di sé questo nulla e lo converte a libertà.
Mi domando allora a che punto siamo della notte. Nel quadro della grande apostasia in atto che realisticamente e storicamente sancisce la fine del cristianesimo (non del “piccolo resto”!), risuona tremenda la domanda, forse la più inquietante del Libro che recita: “ma il Figlio dell’Uomo quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18, 1-8).
È il mistero dell’anomia (2 Ts 2, 3-12) che caratterizza tutta la storia umana e la sua curva progressiva nell’ipotetico piano cartesiano è vertiginosamente ascensionale ed è inversamente proporzionale alla kènosis divina (Fil 2, 7-8).
Il senso della nostra storia sta nella sua fine, come il chicco di grano caduto a terra!